venerdì 30 ottobre 2015

La tecnica di rilassamento e di concentrazione del punto colorato

Avete mai sentito parlare della vittoria del golfista Louis Oosthuizen nel British Open a St. Andrews nel 2010 e di come questa sia stata favorita dalla tecnica dalla tecnica di rilassamento del "punto colorato"?
Louis Oosthuizen aveva concordato con Karl Morris, suo psicologo dello sport, di partecipare al torneo dei British Open per affinare al meglio la sua tecnica di tiro, affiancando questo compito all'utilizzo della tecnica del "punto colorato". Sgravato dalla pressione per la vittoria, ad ogni tiro riuscito la fiducia in se stesso cresceva, come cresceva anche il punteggio. Louis Oosthuizen terminò con un vantaggio di 7 punti sul secondo classificato.

mercoledì 28 ottobre 2015

Musica in Movimento: Mars Volta - De-Loused on the Comatorium

L'importanza dell'attivazione psicofisica attraverso la musica è stata capita anche da Michael Phelps, il più medagliato della storia delle Olimpiadi. Era solito ascoltare musica fino a pochi istanti prima di entrare in vasca e distruggere avversari e record mondiali. Oltre l'attivazione, la musica può avere anche a un compito di aiuto ritmico, oppure di distrazione dalla fatica e dal dolore, oppure che aiutino ad entrare nel flow, quello stato mentale in cui si diventa un tutt'uno con il fegato atletico. Uno degli album che meglio di altri riesce a svolgere tutti questi aiuti è "De-Loused on the Comatorium", album del 2003 degli americani Mars Volta, gruppo rock con alcune origini portoricane tra i propri membri.
È una musica che non si può ben confinare in un genere. Hardrock, hardcore, progressive, psychorock, musica atmosferica, ritmi latini... Insomma, una vera babele sonora condensata in un'ora di energia e riflessione.

lunedì 26 ottobre 2015

Dialogo col campione: Andrija Geric

Andrija Geric è stato un pallavolista serbo e oggi lavora come psicologo dello sport.

Da giocatore, con la nazionale serba, ha conquistato un oro olimpico a Sidney 2000 e agli europei in Repubblica Ceca nel 2001. Nel suo palmares figurano anche: 1 argento in 4 World League; 1 bronzo olimpico, 2 bronzi europei, 1 bronzo in coppa del mondo, 1 bronzo in World League e 1 Bronzo in Grand Champions Cup.

Andrija Geric ha giocato e vinto molto anche militando in squadre Italiane. Con la Lube Macerata ha conquistato: 1 Coppa Campioni, 1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana e 2 Coppe CEV







La pallavolo è lo sport con più densità umana, cioè con il più alto rapporto persone/metri quadrati. Questo aumenta le variabili in gioco: fiducia, rapidità, gioco di squadra, conoscenza degli altri, dei ruoli, dei movimenti. Cosa ne pensi?!

Io penso che in ogni sport di squadra tutti questi aspetti diventino rilevanti. L'aspetto caratteristico della pallavolo consiste nell'essere separato fisicamente e spazialmente dall'avversario. Quanto tu vai a costruire nel tuo campo, a livello di gioco, non può essere influenzato dall'avversario. Quando la palla è nella tua metà campo sei tu ad avere tutto sotto controllo.
Inoltre nella pallavolo, oltre ad esserci una separazione dall'avversario, c'è un marcato contatto fisico con i compagni, perchè dopo ogni punto i componenti della squadra si dirigono al centro del campo per festeggiare e quindi si toccano.
Per quanto riguarda il gruppo e le dinamiche interne ad un gruppo sono importanti dei buoni rapporti tra gli atleti soprattutto sul piano del gioco. Nella mia esperienza mi è capitato di far parte di squadre nelle quali i rapporti personali non erano buoni al di fuori del campo, ma, essendo tutti dei professionisti, quando scendevamo in campo eravamo uniti.

Quindi c'è un importante relazione con i tuoi compagni, mentre c'è un'assenza di contatto con l'avversario...

In sport come il basket, la pallanuoto o la pallamano l'avversario ti è sempre vicino. Esistono la difesa e l'attacco, ma l'avversario sarà intorno a te in queste fasi di gioco.
Nella pallavolo invece la tua metà campo è il tuo regno, mentre l'avversario si trova nel suo di regno che si trova al di là della rete. Quanto tu andrai a fare nella tua metà del campo dipende solo da te, non dipende dall'avversario.

venerdì 23 ottobre 2015

Come gestire lo stress prima di una competizione

Eccoci alla nostra seconda puntata sullo “stress e performance sportiva”. Nella prima abbiamo visto come un livello ottimale di stress ci permetta di rendere al meglio, utilizzando a pieno le nostre potenzialità. In questa parte ci interrogheremo su come leggere a quale livello di stress siamo e come riportare il livello di stress ad un livello ottimale, migliorando così le nostre prestazioni.


Come potete osservare nella parte destra della curva (già presente nel precedente articolo) abbiamo inserito 3 livelli. Ad ognuno di questi livelli corrisponde un livello progressivamente crescente di stress. Nel punto 1 il nostro livello di stress supera il livello adeguato, nel punto 2 è eccessivo e nel 3 è decisamente poco sopportabile. Lo stress a questi 3 livelli, e in tutti i punti a destra della curva, influenza negativamente le nostre prestazioni.

mercoledì 21 ottobre 2015

Musica in movimento: Rage Against the Machine - Rage Against the Machine

Conoscete Andrew Howe? Vicecampione del mondo di salto in lungo nel 2005 e secondo ai mondiali 2007 di Osaka, un grande talento spesso fermato dagli infortuni. Ebbene, lui non ha mai nascosto la sua passione per la musica. Suona la batteria in una band, e ha collaborato con alcuni artisti. Essendo batterista di un gruppo rock, con interessi rivolti al l'hardcore, al metal, la musica deve averlo sicuramente influenzato anche nello stile di vita e nella sua attività sportiva. Facile immaginarselo ascoltare musica prima di una rincorsa per un balzo, o prima di un intenso allenamento. 

Un gruppo che sicuramente sarà rientrato nei suoi gusti, sono i Rage Against the Machine, di Los Angeles, tra l'altro città natale di Howe. L'album di esordio dei RATM, omonimo, nel 1992, è stato una vera bomba nel panorama musicale mondiale. Impegnati politicamente, potenti, incazzati, sono una vera botta di energia per ogni attività sportiva.


L'album si apre con una canzone dal titolo programmatico, "Bombtrack", coi riff di chitarra presi in prestito dall'hardrock più classico, e la voce hip-hop e arrabbiata di Zack De la Rocha a condire questa esplosione musicale. 

lunedì 19 ottobre 2015

Dialogo col campione: Samuele Porro

Samuele Porro è un biker di spicco nel panorama nazionale e internazionale, che si dedica principalmente alla specialità MTB Marathon. Laureato campione italiano nel 2014 e nel 2015 è attualmente campione in carica. Da pochi giorni ha riportato l'Italia, dopo 32 anni senza successi, sul gradino più alto del podio alla Roc d'Azur prestigiosa competizione in territorio francese.
Ciao Samuele, in questi anni ti stai proponendo come uno degli atleti di maggiore spicco nel panorama della Mountain Bike. Quali sono, secondo te, gli aspetti caratteriali che contraddistinguono un atleta portato per questo sport? Alcuni di questi sono specifici per il biker e non per il ciclista?

Il mio sport, come anche il ciclismo, è uno sport di sacrificio, fatica e resistenza. Un atleta per farcela deve quindi avere voglia di arrivare, oltre ad essere contraddistinto dalla capacità di porsi degli obiettivi.
I tratti forse più importanti sono il saper essere un "calcolatore" e l'essere metodico nel programmare il percorso di avvicinamento ad un obiettivo. Nulla è lasciato al caso! Anche se non amo la parola "calcolatore", credo che per costruire con gradualità serva questo. Solo un lavoro contraddistinto da metodo ti permette una crescita costante.
Rispetto al ciclismo la MTB è uno sport più legato alla sfera individuale e, seppure conti lo spirito di squadra, l'individuo assume un ruolo di spicco. La squadra c'è, ma serve a supportare e a permettere che un atleta si esprima al meglio delle sue possibilità.

venerdì 16 ottobre 2015

Stress e performance sportiva: come livello di stress può influenzare la qualità della nostra performance sportiva

Lo stress viene definito come “una reazione adattiva di un organismo stimolato da fattori esterni. Stress è indifferentemente la risposta a un eccesso o a una mancanza di stimolazione rispetto a un livello ottimale al quale corrisponde il miglior funzionamento dell’organismo” (Selye, 1956).
stress


Prima iniziare a riflettere sul grafico è importante fare una precisazione: questa rappresentazione è solo indicativa del rapporto tra livello di stress e performance, perché ogni persona ha una curva con una forma unica e singolare.

mercoledì 14 ottobre 2015

Musica in Movimento: System of a Down - Toxicity

Chi non ha mai visto l'haka della squadra neozelandese di rubgy? Si tratta di una danza maori di preparazione alla battaglia, adottata dagli All Blacks prima degli incontri. E chi non prova un brivido, una sensazione di potenza emergere dal centro vitale e pronto a propagarsi all'esterno? Ecco, nel cercare una qualche musica che possa avere lo stesso effetto, diversi potrebbero essere gli album, ma me ne viene in mente uno, forse proprio perché utilizzato a volte per darmi una carica importante.
Trattasi di "Toxicity", album del 2001 del gruppo degli americani (di origini armene) System of a Down. Non è musica per tutti, bisogna avere un certo gusto per le chitarre pesanti, per un po' di urla (anzi, il growl, vera e propria tecnica vocale), per ritmiche al limite del trash metal, e per una buona dose di incazzatura. Testi impegnati a livello socio politico, di critica alle ipocrisie americane e occidentali, musiche a tratti davvero folli, ma in tutto e per tutto geniali.


L'album si apre con "Prison Song", vera e propria violenza musicale, tra growl, una velocità assurda, e voci schizofreniche, ma con una seconda parte più melodica, che fa capire subito che questi sanno fare tutto, a partire dalla voce di Serj Tankian, capace di usare ogni timbro vocale possibile. Con "Needles" la storia è simile, tra cambi di ritmo, voci che si rincorrono tra urla e momenti di calma, con la chitarra di Daron Malakian (anche seconda voce) a passare dal leggero arpeggio alla schiattata furente, accompagnato dalla batteria frenetica e potente di John Dolmayan e dal basso di Shavarsh Odadjian.

lunedì 12 ottobre 2015

Dialogo col campione: Marco Lokar

Marco Lokar è un ex cestita italiano, che ha calcato i parquet dalla serie A1 fino alla serie C. Tra le sue esperienze anche due anni alla pallacanestro Trieste allenata da Bogdan Tanjević.
Marco Lokar ha anche giocato nel campionato universitario americano per la Seton Hall University dove viene ricordato per una partita da 41 punti e per essersi rifiutato di vestire la casacca con la bandiera americana durante il periodo della guerra del Golfo.
Oggi Marco Lokar lavora come manager.




Ciao Marco, quali sono le differenze mentali con cui deve confrontarsi un giocatore che affronta il campionato americano e italiano?
Ci sono molte differenze, che percepisci nel mondo dello sport come anche nel mondo del lavoro. Negli Stati Uniti d'America, in qualche modo, il merito viene premiato ed è quindi il campo a determinare il tuo futuro. In Italia e in Europa questo accade limitatamente al mondo dello sport, mentre negli Stati Uniti è sicuramente un mantra a tuttotondo.
Un'altra enorme differenza è che negli Stati Uniti lo sport è “crudo”. La seconda, terza o quarta possibilità sono molto difficili da ottenere. Quando arriva il tuo turno o quando hai la possibilità di giocarti la tua chance devi dimostrare quello che vali, con bravura e determinazione. Questa può sembrare una sorta di selezione darwiniana severissima, ma nei fatti è così.
Anche nello stile di gioco ci sono enormi differenze, ma non hanno a che fare con l'aspetto psicologico, organizzativo e umano.

venerdì 9 ottobre 2015

I 5 poteri dell'allenatore

Due domande che molti allenatori si pongono nel corso di una stagione sono le seguente: 1) Come posso trasmettere le mie idee agli atleti?; 2) Come posso fare in modo che gli atleti seguano le mie indicazioni?
Per provare a dare una risposta a queste domande dobbiamo introdurre il concetto di potere, perché è proprio attraverso il potere che un allenatore può riuscire in questi due compiti.
Due ricercatori che molto hanno lavorato sul tema del potere sono French e Raven (1959), definendolo:
 "l'influenza potenziale che una persona può esercitare su di un'altra"
In questo articolo ci riferiamo specificamente alle 5 fonti di potere che permettono ad un allenatore di esercitare influenza sugli atleti:
1) Potere di ricompensa: consiste nell'abilità dell'allenatore di dare o anche solo promettere ricompense ai propri atleti. Queste possono essere sia di tipo materiale (offrire una birra nel caso del gol vittoria) o simbolico (conferirgli i gradi di guida nella fase difensiva). 
La forza di questo potere aumenta all'aumentare del desiderio che un dato atleta muove nei confronti delle ricompense.
  • Esempio: se un dato giocatore desidera arditamente la maglia della nazionale, sarà disposto a fare molto di ciò che l'allenatore gli chiede, mentre se non desidera particolarmente giocare in nazionale il potere dell'allenatore sarà notevolmente inferiore.

mercoledì 7 ottobre 2015

Musica in movimento: Foo Fighters - One by One

Quando nel 2013 la statunitense Rory Bosio vinse l'Ultra Trail di Mont Blanc (UTMB), l'ultratrail più importante del mondo, fece una prestazione incredibile. Non solo dominò a livello femminile, dove abbatté il record del percorso, ma arrivò persino ad un fantastico settimo posto assoluto. Di lei si conosceva poco, essendo la sua prima grande corsa in Europa. Si cercò di conoscerla meglio nell'ambiente trail, per capire che tipo fosse, e se avesse un segreto. Si scoprì che era (ed è tutt'ora) una praticante di yoga, e si pensò che le avesse dato enormi vantaggi per la gara. Vero, ma si poteva notare un'altra cosa osservando le foto dell'UTMB: aveva le cuffie, ergo, ascoltava musica.
Cosa potrebbe dare una grossa carica per tenere duro durante i momenti di crisi in una gara di 170 km a piedi, o comunque, in una qualsiasi attività fisica? Qualcosa di giovanile, potente, intenso, energico, e magari americano? Possono andare i Foo Fighters? Direi di sì. Eccome!

Parliamo dell'album della loro definitiva consacrazione, "One by One", del 2002. A dire il vero, quasi ogni loro album è stato una consacrazione, ma questo, forse per il tormento che aveva sotto (tra problemi vari e rischio di scioglimento), a me sembra il più adatto da ascoltare facendo sport.
La partenza è subito una bomba: il riff che è una semplice nota tenuta a lungo, la sussurrante voce di Dave Grohl (leggenda vivente del rock), calma parente, ma presto si esplode in una trascinante cavalcata, "All My Life", dove le diverse anime del gruppo si fondono in un'unica grande canzone.

lunedì 5 ottobre 2015

Dialogo col campione: Lisa Borzani



Lisa Borzani è una ultratrailer che corre per l’Atletica Amatori Chirignago.
Bronzo a squadre ai mondiali ultratrail di Annecy 2015, come anche in Galles nel 2013.
Lisa Borsani si è inoltre aggiudicata numerose importanti competizioni a livello nazionale e internazionale.


Ciao Lisa, a volte il primo passo di una gara inizia mesi o anni prima con un'idea, un desiderio o un sogno che vogliamo realizzare. Per te in che modo i “sogni” sportivi influenzano il tuo allenamento e le tue gare? In che modo? L'influenza è solo positiva o può anche essere negativa?
Sicuramente avere un obiettivo, indipendentemente che questo sia un semplice obiettivo o un sogno è secondo me è notevolmente importante. La motivazione e l'impegno che “metti” sono due aspetti funzionali al raggiungimento di ciò che vuoi ottenere e sono connessi al porsi degli obiettivi.
Anni fa ho visto il mio compagno Paolo partecipare al Tor de Geants e, in quel momento, mi sono detta “anche io parteciperò”, ponendomelo come obiettivo. Questo mi ha trasmesso una grande motivazione per allenarmi e per arrivare pronta all'appuntamento.
Sicuramente l'avere un obiettivo o un sogno ha una valenza positiva e mi riesce difficile considerarlo negativo. Anzi! Credo che l'avere un obiettivo ti permetta di stringere i denti, facendoti uscire per l'allenamento anche quando non ne avresti voglia. Senza una meta da raggiungere ci sono cose che non faresti mai.

venerdì 2 ottobre 2015

Perchè rimango a casa ogni volta che voglio fare sport

Una risposta semplice alla domanda posta nel titolo, può essere trovata nella teoria della dissonanza cognitiva, sviluppata da Leon Festinger (1957).
Cos'è la dissonanza cognitiva e di cosa parla questa teoria?
Ogni persona ha la necessità di mantenere un senso di coerenza tra opinioni e credenze rispetto a se stesso, il proprio ambiente e il proprio comportamento.
Quando capita che due opinioni o credenze non siano coerenti tra loro allora una persona percepirà un disagio emotivo, che vorrà rimuovere ristabilendo un equilibrio.
Per ridurre questo stato di tensione un individuo dovrà modificare l'elemento meno resistente al cambiamento tra le opzioni che generano conflitto.