Stefano Ruzza è un ultratrailer italiano, che corre per il team Vibram e per l'Atletica San Marco.
Vincitore di diverse gare di livello nazionale e spesso competitivo coi migliori atleti in gare World Tour.
Nel suo palmares spiccano due vittorie ai campionati nazionali (2012 e 2013), un 7° posto all'europeo del 2013 e un 7° posto (2014) alla diagonale des Fous, prestigiosa competizione che si svolge sull'isola de La Reunion, nell'oceano indiano.
Ciao
Stefano, ti sei avvicinato alla corsa in età matura. Sotto alcuni aspetti
questo potrebbe averti limitato, come ad esempio non aver sfruttato pienamente
gli adattamenti fisici della pubertà. Esistono però dei vantaggi di natura
mentale, in questo avvio dopo i vent'anni?
E’
vero che l’aver iniziato non in età giovanile mi abbia avvantaggiato dal punto di
vista mentale. Da ragazzino avrei voluto provare col ciclismo, ma ripensandoci,
non ne avrei avuto la testa. Da quando ho iniziato a correre ho sempre avuto
degli obiettivi che mi hanno aiutato a spostare più in là i miei limiti, ma con
coscienza e lucidità, mentre da ragazzino queste cose sicuramente non la avevo.
Sentire che non "avresti avuto la testa" ad alcuni potrebbe sembrare strano. Puoi spiegarci quali qualità mentali ti mancavano nel ciclismo che pensi di avere nell'ultra?
In questo momento qualità mentali
forse non mi mancano, mi mancherebbero qualità fisiche, e pur piacendomi andare
in bicicletta, preferisco correre.
Ma da ragazzino,
l’allenarmi tante ore, con il freddo o con la pioggia, il non uscire il sabato
sera per andare a fare la gara, erano cose che probabilmente avrei retto solo
poco tempo. Ho preso altre strade, che sicuramente non mi hanno fatto bene, ma
mi hanno fatto capire col tempo che la strada dello sport e dell’impegno era
quella giusta. Qualche piccolo rimpianto a volte affiora, ma la strada che mi
ha portato fin qua era questa, e sono ugualmente contento.